venerdì 8 marzo 2013

TREVISO MARATHON - IL RACCONTO


Vorrei tanto avere la mente libera da preoccupazioni per raccontarvi la meravigliosa esperienza che ho vissuto a Treviso…ma il lunedì è stato un risveglio traumatico…

Dolore al ginocchio…mai sofferto di dolori al ginocchio…eppure non molla…è lì gamba destra, nella parte posteriore esterna…ieri ho provato a correre i miei soliti 10km post lavoro…e il dolore c’è…non eccessivo ma persistente…spero sia solo un po’ di infiammazione che con il riposo sparirà

…spero…

Che dirvi di Treviso, cittadina e maratona che mi hanno entusiasmato.

Un pubblico così caloroso Milano, con il suo continuo via vai di gente frenetica e nervosa anche la domenica, se lo scorda proprio…ogni centro attraversato sembrava festeggiare una festa di paese…

Ti senti importante, sembra proprio di portare a termine un’impresa straordinaria…e che dire di quei bambini a bordo strada che allungano la mano per farsi dare un “cinque”, non puoi non ignorarli, non puoi ignorare la loro felicità dopo il tuo tocco, e non puoi ignorare la tua felicità

…mi sono sentita veramente un atleta!!!

Con la squadra la partenza era prevista da Vittorio Veneto…sveglia, colazione abbondante in albergo, tappa bagno…ed è già ora di salire sul pullman…

Arriviamo a Vittorio Veneto giusto in tempo per fare le foto di squadra, consegnare la borsa e fare un po’ di riscaldamento e mettersi in griglia…pronti per la partenza.




Inizio ad un ritmo blando, ho paura, non voglio strafare, e oggi non ho nessuno cui fare affidamento durante il percorso (come era successo a Milano l’anno scorso).

Il percorso è leggermente in discesa, ma cerco comunque di tenere il freno innescato.

Fino al 15° sto con Francesco, non ci scambiamo molte parole, so che a lui non piace essere “importunato”, vuole rimanere concentrato e quindi lo rispetto…ma io mi sto proprio annoiando, al che aumento un po’ l’andatura.

Allo stacco mi segue il compagno Emanuele, alla sua prima maratona, che ogni tanto cerca di spingere per andare più avanti…

Io con una inaspettata pazienza gli dico che preferisco rimanere a quel passo almeno fino al 30°…

…è ancora lunga…e quindi decide di ascoltarmi e proseguire con me.

…al 21° inizio ad avere fame, quindi inizio ad integrare…

Al 30° Emanuele scherza sul “fatidico muro”…e ad un certo punto non lo vedo più al mio fianco…evidentemente ci ha proprio sbattuto la fronte contro il muro!!!

…io di testa sono forte, lo so, e vado avanti per la mia strada…

Quando inizio a recuperare e superare un sacco di gente, la testa si esalta, dal 35° vorrei incrementare ancora un po’ il passo, ma un dolore alla gamba sinistra me lo impedisce…

39°…inizio a vedere le Madonne, ma so che è fatta e inizia a venirmi un groppo alla gola…

L’ingresso in città è stato fenomenale, tanto che riesco a correre l’ultimo km a 4’10 – 4’05 con i lacrimoni agli occhi…

…ed infine eccolo lì davanti a me il traguardo…alzo le braccia al cielo…

…e ringrazio solo me stessa e la mia tenacia, perchè dopo il secondo brutto infortunio non ho mollato (come gran parte della mia famiglia chiedeva) e con testardaggine ho raggiunto il mio obiettivo.

Ora vorrei solo sparisse questo dolore al ginocchio…

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